Moataz Nasr. Un ponte tra Pisa e Santa Croce sull’Arno


Sabato 7 dicembre ore 17:00, a Villa Pacchiani di Santa Croce sull’Arno inaugura Moataz Nasr, in contemporanea con il Centro Espositivo SMS San Michele degli Scalzi di Pisa. Un ponte tra Pisa e Santa Croce sull’Arno. Un progetto a cura di Ilaria Mariotti, realizzato dal Comune di Pisa e dal Comune di Santa Croce sull’Arno, finanziato dalla Regione Toscana realizzato nell’ambito di Toscanaincontemporanea 2012, in collaborazione con GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Le Moulin e Associazione Arte Continua. Con il contributo di Gruppo Argol Villanova, Piaggio & C S.p.A., Renato Corti S.p.A., contributo tecnico Visual Computing Laboratory  Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione (CNR-ISTI), Consiglio Nazionale delle Ricerche. Un ringraziamento particolare a Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno, Fondazione Piaggio, Opera della Primaziale Pisana.

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 Le opere che Moataz Nasr concepisce appositamente per Villa Pacchiani a Santa Croce sull’Arno e per il Centro Espositivo SMS San Michele degli Scalzi a Pisa  sono il frutto di mesi di scambi, sopralluoghi e incontri avvenuti tra l’artista e il territorio che lo ospita,  Moataz Nasr è stato invitato a confrontarsi con due luoghi e comunità profondamente diversi: da un lato Pisa, Repubblica marinara in epoca medievale. Molte sono le testimonianze a Pisa di passaggi di persone e cose provenienti dall’area islamica oppure oggetti prodotti a Pisa che per decorazione, iconografia, realizzazione rimandano a quel mondo islamico vasto e in espansione. Quanto rimane di un passaggio importante del passato è oggi memoria per specialisti e turisti. Certi segni fanno parte dell’identità della città che, per la maggior parte, è inconsapevole della loro provenienza.

Dall’altro lato  è una comunità fatta da persone che vengono da parti diverse del mondo e che, talvolta faticosamente, convivono nello stesso luogo praticando religioni diverse, avendo immaginari di provenienza totalmente differenti. Si tratta di migranti di prima e seconda generazione arrivati per necessità, impiegati storicamente nella lavorazione del pellame. A prima vista sembra difficile ricostruire un immaginario collettivo.

Moataz Nasr parte da alcune opere d’arte di provenienza islamica presenti a Pisa, primo tra tutti quel grifo bronzeo conservato oggi al Museo dell’Opera del Duomo e anticamente posto sul tetto della cattedrale: un oggetto straordinario che è stato posto in relazione con una cattedrale occidentale, in armonia con altre testimonianze della cultura islamica in un contesto occidentale cristiano.

Villa Pacchiani ospita THE  journey of a Griffin che ruota attorno al grifo: animale mitologico frutto dell’”assemblaggio” di tante nature diverse: ciascuna porta con sé la forza, l’astuzia, il coraggio. Animale che riunisce in sé i segni dell’acqua, del fuoco, della terra e dell’aria, deriva dalla fenice che rinasce  dopo la morte. I segni di augurio che reca sul petto scritti in caratteri cufici lo rendono dono eccezionale e beneaugurale e che parla di un incontro tra popoli e culture. Il grifo diventa un oggetto sensibile attraverso il quale costruire un percorso di conoscenza. The return of a Griffin è la sorprendente scultura in cuoio, elemento centrale del percorso, che rigenera la figura mitologica e la proietta nel presente.

Il Centro Espositivo SMS San Michele degli Scalzi di Pisa ospita Harmonia, il progetto attorno al quale ruota tutto il percorso di mostra parte da due elementi: l’aspetto produttivo di un territorio (la Vespa prodotta dalla Piaggio) come elemento di studio, design industriale, come veicolo di un’identità territoriale e nazionale. Tutto questo si intreccia con una serie di elementi simbolici in primo luogo l’ottagono, inteso come figura simbolica presente in molti aspetti della decorazione del Battistero. Il numero otto è fra i simboli più antichi: è il numero della rosa dei venti, ma anche della Torre dei Venti ateniese e, ancora, dei petali del loto e perciò, nella terminologia buddista, dei sentieri della Via; è considerato il numero dell’equilibrio cosmico, nelle antiche religioni pagane l’otto è il simbolo dell’Infinito, è un numero magico nella fisica nucleare. L’ottagono è una figura geometrica che ricorre in molti lavori di Moataz Nasr, è un elemento simbolico che l’artista scopre ricorrente anche nell’architettura della città toscana: nel fonte battesimale del Battistero, nel pulpito di Giovanni Pisano, nelle tante decorazioni di matrice islamica conservate presso il Museo dell’Opera del Duomo Pisa. Vacanze romane  è il titolo dell’opera attorno alla quale ruota il percorro espositivo. Moataz Nasr trasferisce l’ottagono nella nostra vita quotidiana, lo fa componendo la sua installazione in una forma chiusa (la circolarità della vita), utilizzando un oggetto che serve per spostarsi (la vita è fatta di energia), utilizzato quotidianamente dalle persone. Un nutrito gruppo di opere inedite per il pubblico italiano che insistono sul tema dell’identità personale, di un popolo e di un momento storico in un’oscillazione continua tra la dimensione personale e collettiva in senso globale.

Testimone del complesso processo culturale che il mondo islamico sta attraversando, Nasr fa della sua appartenenza geografica (l’Egitto) pretesto per andare oltre i confini politici e religiosi, proiettarsi verso il dialogo tra culture e storie. Il progetto mette in evidenza alcuni tratti salienti della ricerca dell’artista egiziano: il multiculturalismo e la propensione a considerare la cultura un elemento fluido che si rinnova e si trasforma in relazione all’incontro con l’altro; l’attenzione al presente, inteso come effetto di  una stratificazione storica; l’adozione di un doppio binario creativo dove l’elemento soggettivo e autobiografico si combina al racconto di una condizione collettiva, antropologicamente rilevabile, storicamente e contestualmente configurata.

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